Quando non riusciamo a dare una spiegazione logica a ciò che accade a un passo da noi, è come se ci sentissimo “traditi” dalla stessa nostra esistenza.
Tutto questo fa impressione rendendoci muti.
La notizia della scomparsa di Davide Astori ha avuto questo effetto su di me, mi ha lasciato senza fiato e senza forze, ancora una volta la vita mi ha sorpreso con una delle sue deviazioni dai binari della felicità che tutti vorremmo percorrere senza sosta, ed ora quello che solo riesco a fare è starmene muto in un angolo, con le paure che affollano i pensieri e le preoccupazioni che riaffiorano a pochi mesi da un’altra perdita importante per me e per i miei affetti più cari, avvenuta in circostanze analoghe a quelle che hanno portato via il povero Davide.
Ma anche i passaggi più bui e dolorosi della nostra esistenza nascondono un messaggio profondo, di speranza, che ha il diritto di essere riportato in superficie e svelato agli occhi di molti, anche di chi non vuol vedere o di chi non vuol credere che sia così.
E così ho udito questo messaggio attraverso il silenzio irreale degli stadi, l’ho visto nelle maglie dai diversi colori strette intorno allo stesso dolore, ed ho provato l’emozione attraverso la magia di una canzone cantata da chi non c’è più da sei anni, lui nato quel quattro di marzo in cui un altro cuore ha invece smesso di battere.
Interrogarsi sullo stupore della vita e godere appieno di ogni suo momento
mi piace pensare sia questo il messaggio che Davide ci ha lasciato in eredità, un messaggio libero di volare proprio come fa una rondine che si infila nel mondo degli uomini per guardarli da vicino.
Grazie a Lucio per questa poesia
Vorrei entrare dentro i fili di una radio
e volare sopra i tetti delle città
incontrare le espressioni dialettali
mescolarmi con l’odore del caffè
fermarmi sul naso dei vecchi
mentre leggono i giornali
e con la polvere dei sogni volare e volare
al fresco delle stelle, anche più in là
Sogni, tu sogni nel mare dei sogni.
Vorrei girare il cielo come le rondini e ogni tanto fermarmi qua e là
aver il nido sotto i tetti al fresco dei portici
e come loro quando è la sera
chiudere gli occhi con semplicità.
Vorrei seguire ogni battito del mio cuore
per capire cosa succede dentro
e cos’è che lo muove
da dove viene ogni tanto questo strano dolore
Vorrei capire insomma che cos’è l’amore
dov’è che si prende, dov’è che si dà
Sogni, tu sogni nel cielo dei sogni
(Lucio Dalla, Le rondini, 1990)
E ricordati, io ci sarò. Ci sarò su nell’aria.
Allora ogni tanto, se mi vuoi parlare, mettiti da una parte, chiudi gli occhi e cercami.
Ci si parla, ma non nel linguaggio delle parole. Nel silenzio.
(Tiziano Terzani)